Chi sono le assistenti familiari a Bologna? Se ne può avere un’idea parziale guardando i dati dell’INPS che però riguardano solo chi è in regola, le persone che lavorano completamente in nero si stima che siano tante quante quelle in regola.
Nel 2020 le badanti in provincia di Bologna erano 12.607 con un aumento negli ultimi 10 anni sostanzialmente costante (erano 9137 nel 2011). Come è noto si tratta quasi sempre di donne (95%) e di straniere (86%). La percentuale di donne non si è modificata negli ultimi 10 anni.
Invece è diminuita la percentuale di straniere, dal 95% al 86%. La crescita di badanti italiane deriva probabilmente dalla crisi ormai permanente che spinge molte donne italiane a fare questo lavoro in mancanza di meglio, bisognerebbe però anche sapere quante sono le badanti straniere che negli ultimi 10 anni hanno preso la cittadinanza italiana.
Provenienza
La provenienza vede prevalere nettamente le cittadine dell’Europa dell’est (sia comunitarie che extracomunitarie) con il 67% del totale, seguono le italiane con il 13% e tutte le altre con 19%. L’età di chi fa questo lavoro è piuttosto alta, il 65% ha più di 49 anni, l’11% ne ha più di 65. Le badanti provenienti dall’Europa dell’est hanno un’età più alta della media (il 72% ha dai 50 in su), mentre le italiane sono più giovani (il 58% ha dai 50 in su).
In ogni caso non è un lavoro per giovani, sotto i 40 anni c’è solo il 14% del totale. Per quanto riguarda il periodo coperto da contributi, la maggior parte si colloca ad un livello superiore alle 35 settimane (52%). Mentre le italiane superano le 35 settimane nel 46% dei casi, quelle dell’Europa dell’est raggiungono il 54% e le filippine il 67%.
Da 50 a 52 settimane, quindi con una copertura integrale dell’anno, si trovano il 27% delle italiane e il 32% delle lavoratrici dell’Europa dell’est. Anche in questo caso le filippine battono tutte con il 43%. Per quanto riguarda l’orario di lavoro prevalgono le fasce di ore di lavoro settimanale da 50 a 59 ore con il 43% del totale seguita dalla fascia da 25 a 29 ore con il 13%. Se distinguiamo per provenienza verifichiamo che le italiane hanno un orario di lavoro dalle 50 ore in su solo nel 14% dei casi mentre quelle dell’Europa dell’est superano la metà. Rilevante il caso di chi proviene dall’Asia medio orientale con il 63%. L’orario supera le 24 ore nell’84% dei casi, per le italiane si scende al 57% e per quelle dell’Europa dell’est si arriva all’89%.
Questa differenza al ribasso dell’orario di lavoro delle italiane dipende probabilmente da una minore propensione alla residenzialità presso l’assistito.
Quale reddito?
Per quanto riguarda il reddito, sotto i 5.000 euro si colloca il 27% di chi viene dall’Europa dell’est e il 48% delle italiane. Nella fascia di reddito più alta, quella da 13.000 euro in su, si collocano il 11% delle italiane e il 25% di chi viene dall’Europa dell’est. In cima a questa classifica sono le badanti dell’Asia mediorientale (32%).
Le italiane sono sempre sotto la media relativamente a tutti gli indicatori di stabilità del lavoro (orario, settimane coperte da contributi e retribuzione complessiva). Si può fare l’ipotesi che le italiane usino questo lavoro come un ripiego e che ci sia un minore ricorso alla residenzialità, inoltre potrebbe esserci un maggiore ricorso ad un uso parziale del lavoro nero. Le italiane inoltre sono più giovani. Infine non è soggetta a cambiamenti l’idea che questo sia un lavoro per donne.