Come SPI-CGIL di tutta la città metropolitana di Bologna ci impegniamo ogni anno per migliorare le nostre comunità attraverso la contrattazione con le amministrazioni comunali. Ecco le nostre proposte.
Ancora una volta, sono costretta ad iniziare partendo dal quadro che la pandemia ci consegna. Nell’Italia del 6 gennaio, il giorno in cui scrivo, abbiamo superato i 200.000 contagi, con una percentuale del 19,28% di positivi e 198 morti. La regione Emilia Romagna è in zona gialla e abbiamo capito tutti che il vaccino, o meglio la terza dose cosiddetta booster, serve per ridurre notevolmente i danni peggiori del virus, anche nel caso in cui le persone vaccinate vengano contagiate.
La pandemia
Il dato ufficiale dell’ISS (Istituto Superiore della Sanità) ci conferma che il rischio di morte per chi non è vaccinato è di 16,6 volte superiore. Nel frattempo, il Governo, con apposito decreto, ha deciso che dal 1° febbraio 2022 entrerà in vigore l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni (è prevista una multa di 100 euro) e dal 15 febbraio i lavoratori ultracinquantenni dovranno esibire il super green pass.
Obbligo vaccinale
Mi pare che la scelta di dividere i cittadini per età sia stata dettata più da equilibri politici che da reali logiche sanitarie, e credo che le scuole restino un grande punto critico per la capacità di diffusione del contagio che hanno i ragazzi e i bambini, perciò resto convinta che la posizione della CGIL, sostenuta fin da agosto scorso e diventata poi unitaria, sull’obbligo vaccinale per tutti sia stata una grande occasione mancata, di cui purtroppo ne stanno pagando le conseguenze i più fragili e i più esposti.
Dovremo convivere con il Covid?
Tra l’altro prende sempre più piede la teoria che il Covid 19 diventerà endemico, cioè meno grave e farà parte delle nostre vite come i virus stagionali, e il vaccino servirà ancora di
più per abbassarne la diffusione così come saranno determinanti i fattori climatici.
Le nostre proposte
Come avevo annunciato nell’editoriale del mese scorso, lo SPI CGIL di Bologna cerca in ogni suo atto di tener bene a mente le lezioni che ci ha impartito il virus, e in questo caso mi riferisco in particolare alla necessità di cambiare in modo radicale il nostro sistema socio sanitario e assistenziale.
Lo SPI, insieme a FNP e UILP, attraverso le Organizzazioni Sindacali confederali hanno presentato alle controparti, la Conferenza territoriale socio sanitaria metropolitana (CTSSM) e i Distretti socio sanitari, un documento con 21 proposte innovative.
PROPOSTA 1
Realizzare l’integrazione tra le azioni dei professionisti sociali e assistenziali con quelle dei professionisti sanitari all’interno delle case di comunità (ex case della salute), per la gestione della medicina territoriale, telemedicina, teleassistenza e medicina proattiva.
PROPOSTA 2
Definire un progetto di intervento per la prevenzione del processo di decadimento psicofisico degli anziani.
PROPOSTA 3
Definire campagne di informazione sui buoni stili di vita per gli anziani.
PROPOSTA 4
Completamento del numero delle case di comunità previste dalla delibera regionale.
PROPOSTA 5
Prevedere una estensione e un potenziamento delle case di comunità (azione favorita anche da uno specifico progetto PNRR).
PROPOSTA 6
Introdurre nuove figure professionali come psicologo, fisioterapista, nutrizionista ecc. nell’ambito delle attività di prevenzione e di presa in carico per l’assistenza domiciliare e nei servizi residenziali.
PROPOSTA 7
Prevedere risorse ed investimenti per integrare le politiche dei servizi territoriali con quelli dell’abitare solidale e/o del co-housing.
PROPOSTA 8
Ridisegnare l’assistenza domiciliare prevedendo più ore di assistenza individuale ed estendendo la platea dei beneficiari.
PROPOSTA 9
Aumentare i servizi nei centri diurni come il trasporto sociale.
PROPOSTA 10
Le strutture residenziali vanno rese più famigliari, meno spersonalizzanti e standardizzate.
PROPOSTA 11
Controllo strutturale da parte dei Comuni sulle case famiglia.
PROPOSTA 12
Progetto di coinvolgimento e presa in carico dei care giver, che si prendono cura di un famigliare disabile.
PROPOSTA 13
Inserire nel sistema le assistenti famigliari (badanti).
PROPOSTA 14
Costituire un albo delle badanti.
PROPOSTA 15
Risposta immediata ai bisogni dei cittadini da parte degli sportelli sociali.
PROPOSTA 16
Risolvere il problema della carenza di MMG (medici di famiglia).
PROPOSTA 17
Affrontare il tema della riorganizzazione della rete ospedaliera per utilizzare al meglio le risorse del PNNR.
PROPOSTA 18
Definire subito i posti letti “OSCO” per coloro che hanno bisogno di assistenza potenziata come i malati cronici senza essere “ospedalizzati”.
PROPOSTA 19
Formare i professionisti (medici di base e infermieri) per strutturare il servizio di telemedicina e di teleassistenza nelle case di comunità.
PROPOSTA 20
Assegnare un ruolo centrale all’assistenza delle persone.
PROPOSTA 21
Assumere personale sanitario utilizzando indirettamente le risorse del PNRR.
Sono proposte che intendiamo portare avanti e che cambierebbero molto il nostro sistema, a partire da un serio investimento sulla prevenzione fino al superamento del modello “standardizzato” nelle strutture per anziani.
Concludo con una riflessione sulla pandemia che riguarda l’immunologa Antonella Viola, vittima di brutali minacce per aver dichiarato la necessità di vaccinare i bambini.
Se la stessa professoressa lo avesse sostenuto quando la mia generazione si metteva in fila a scuola per ingoiare uno “zuccherino amaro” contro la poliomielite, avrebbe ricevuto i ringraziamenti di milioni di genitori. I tempi cambiano, ma il discernimento, cioè il criterio di valutazione sul piano morale e intellettuale non può essere cancellato.
Ci vuole Rispetto per chi s’impegna e ha maturato un’esperienza nel proprio lavoro, vale per la comunità scientifica, la badante, il professore, l’operaio ed anche per il sindacalista.